domenica 26 luglio 2009

EQUIPAGGIAMENTO - BROOKS CASCADIA PIVOT

Brooks Cascadia Pivot




Scarpe acquistate su Ebay a un prezzo stracciato, comprate per curiosità di provare quelle che sono ritenute tra le migliore scarpe trail, e non tanto per il bisogno.
E' una scarpa molto leggera, forse troppo per le mie prestazioni su sterrato. Per questo ho sostituito le solette con un paio di solette Ironman. Giusto per avere una protezione in più, visto che , sullo sterrato, con scarpe trail di tipo racing come lo sono le Ascis Gel Attack e le Cascadia, dopo una ventina di km i piedi iniziano a soffrire le asperità in appoggio. E questo, ripeto, è dovuto alle mie prestazioni non all'altezza di questi superbi mezzi tecnici..

Aggiornamento del 27/07
Ho provato queste scarpe all'Ecomaratona del Crinale al Corno alle Scale, ieri, e sono rimasto soddisfatto di questa scarpa perquanto riguarda la protezione del piede. probabilmente a questo ha contribuito anche lasoletta ironman. La sento meno "propulsiva" rispetto alle Asics Gel Attack, meno reattiva, più rigida e stabile, dall'ottimo grip.


martedì 21 luglio 2009

IL GINOCCHIO DEL CORRIDORE

- Puoi dire di essere un "runner" solo quando hai sofferto del ginocchio del corridore. - Gaggio


Articolo :
Bandelletta ileo-tibiale
Scritto da Dott. Michele Bastianelli
Venerdì 10 Aprile 2009



La sindrome della bandelletta ileo-tibiale è comunemente detta “il ginocchio del corridore”. Si tratta, infatti, di un processo infiammatorio della zona laterale del ginocchio (il tratto ileo-tibiale della fascia lata) che colpisce prevalentemente i podisti anche se ciclisti e sportivi in genere non ne sono esclusi.
Anatomicamente possiamo descrivere la fascia lata come il rivestimento dei muscoli laterali della coscia e il suo tratto ileo-tibiale è quello che passa lateralmente al condilo esterno del femore e s’inserisce sul perone. Proprio a causa della sua conformazione anatomica, la bandelletta subisce una serie di microtraumi durante la corsa che possono provocare l’insorgenza della sindrome del ginocchio del corridore. I traumi sono dovuti allo sfregamento della bandelletta sul condilo femorale quando dalla sua posizione posteriore si sposta anteriormente a ogni estensione del ginocchio (il massimo dello stress si ha a circa 30° di flessione del ginocchio).

Esistono poi dei quadri patologici concomitanti che possono provocare o scatenare l’insorgenza dei sintomi, quali le ginocchia vare, ossia le gambe a parentesi,e una eccessiva pronazione, ma senza dubbio una delle cause più frequenti è l’aumento esagerato del chilometraggio settimanale oppure l’errata esecuzione di una singola seduta (sia per quantità che per qualità).

Personalmente ritengo che anche la corsa su terreni sconnessi possa provocarne l’insorgenza perché può peggiorare “l’appoggio” del piede, così come la corsa collinare perché aumenta la flessione del ginocchio (soprattutto in discesa).
La sintomatologia insorge in maniera molto subdola: all’inizio si manifesta in maniera sorda dopo pochi minuti, poi sembra attenuarsi con il passare dei km, ma alla fine aumenta di nuovo fino a condizionare la dinamica della corsa al termine della seduta. Normalmente il dolore è nella zona laterale del ginocchio e si esacerba con la digitopressione a ginocchio flesso sul condilo laterale del femore. Con il passare dei giorni, se il quadro non migliora, il dolore induce a ridurre i km e la velocità della corsa.
Il primo trattamento che può dare sollievo è la crioterapia: applicare la borsa del ghiaccio localmente per 10-15 min. subito dopo la corsa ma anche durante la giornata. Nel caso in cui il problema non si risolva, normalmente lo specialista ortopedico consiglierà dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e dei miorilassanti oltre alla sospensione della corsa. Naturalmente concordo con l’ortopedico, ma dal punto di vista fisioterapico ritengo molto utile rilassare e detendere la fascia lata con esercizi di stretching e con della massoterapia.

NOTTURNA PRATO - BOCCA DI RIO DEL 17/07/09

TA KAPPADOCIO

NOTTURNA PRATO - BOCCA DI RIO

CIRCA 34,6 KM
DISLIVELLO +1.959,4 / -1.316,2

Percorso : http://www.caipratopodismo.it/Notturna/percorso.html

Questa uscita notturna di 34 km per sentieri non è stata un granchè dal punto di vista della performance cronometrica (per colpa mia, che già non sono un grande atleta, che se poi ci si mette il ginocchino del corridore ad afffliggermi da metà percorso ...) , ma è stata soprattutto un'esperienza bella e importante.

Una di quelle esperienze che se ti dicono che qualcuno l'ha fatta, dici “Che pazzi che sono”. Che se poi pensi sarai tu a farla, dici “Che pazzo che sono”. Che quando la stai facendo ti rendi conto che in fondo non c'è niente di folle, anzi, ti sembra del tutto normale. E forse è proprio perchè sei proprio impazzito, e non te ne rendi conto, ma è bello così!

Ma a parte gli scherzi, non c'è niente di folle in tutto questo: è spirito di avventura, voglia di fare qualcosa di straordinario, vero animo d'atleta.

Il mio compagno d'avventura, l'ideatore di questa “sfida”, Alessio Parauda “Kappadocio”, è un atleta nel fisico e nell'animo, è un ragazzo simpatico e altruista, una persona a cui poter fare affidamento. E' stato un piacere per me poter condividere questa esperienza, e tutta la serata che la preceduta, con lui.

Eccoci alla cronaca.

La serata è iniziata sotto un bel sole e un'aria agitata dal vento, quando verso le 6 e mezza , mi sono incontrato con Alessio “Kappadocio” a Santa Lucia per andare in macchina a Montecuccoli – a metà percorso - a lasciare un rifornimento di acqua e sali. Poi di li abbiamo proseguito per una strada tortuosa fino al Santuario, dove abbiamo lasciato macchina che ci sarebbe servita la mattina dopo per far ritorno a casa. Andandocene, dalla strada in Roncobilaccio abbiamo visto una foschia bianca in vallata, che scenendo, abbiamo scoperto essere un manto di nubi nere, poco rassicuranti ... Siamo tornati a Prato, dove abbiamo mangiato pizza e coca , e poi a chiacchiere s'è fatto le 11, e siamo andati a Santa Lucia dove abbiamo preso una Red Bull al circolo Arci, e dopo al parcheggio di fronte all'anfiteatro dove ci siamo preparati, sotto un forte vento, l'occhio verso le cime coperte delle montagne da spesse e minacciose nubi ... . Ma la cosa non ci spaventava, anzi, ci scherzavamo sopra, ci ispirava ancor più senso di avventura. Ispirava il nostro senso dell'ardimento il dover affrontare anche gli elementi della natura avversi, il farsi più dura l'avventura.

E così siamo partiti, mi sembrava di respirare acqua, salendo per il sentiero sassoso, illuminato dai nostri faretti. Correre in queste condizioni è strano, perchè la tua attenzione è rivolta a quei pochi metri di terreno davanti a te illuminati, non ti rendi conto di nient'altro, non ti accorgi poi di quanta strada hai fatto e né di quella che ti aspetta. E non ci pensi proprio. Un passo dopo l'altro, sul sentiero illuminato. E così abbiamo proseguito, prima brevissima sosta al Crocicchio di Valibona, dove abbiamo dato uno sguardo alla vallata, la città di luci, e il cielo illuminato di arancione, e sopra uno spesso manto scuro di nubi : uno scenario impressionante. Abbiamo proseguito poi sotto una lieve pioggia: che bello vedere le gocce d'acqua illuminate dai faretti frontali mentre si correva...ma è durato ben poco. Poi dirigendosi verso il monte Maggiore siamo stati investiti dal forte vento che ci ha accompagnato per tutto il viaggio. Scollinato il monte maggiore ci siamo fermati per una breve sosta di rifocillazione in un angolino riparato, dal quale assistevamo ai forti lampi che colpivano la zone di Borgo San Lorenzo, e scrutavamo il cielo per capire se queste nubi si allontanavano o meno: per quanto improbabile, ma pur sempre possibile, il pericolo di un fulmine era l'unica cosa ci potesse preoccupare. Quindi siamo arrivati alla sosta di Montecuccoli, dopo tre ore dalla partenza, dove ho chiesto di poterci fermare una mezzoretta, per togliermi gli indumenti bagnati più dal sudore che dalla pioggia, e asciugare un po sotto il windbreaker, bere e mangiare, e riposare un po le gambe, che non sentivo ancora affaticate, ma conoscendomi, sapevo che presto sarebbe potuta arrivare la crisi, quel momento in cui finisci gli zuccheri e il corpo deve iniziare a metabolizzare i grassi. Questo passaggio l'ho poi avvertito, qualche chilometro più in la, ma non mi ha dato fastidio. Il vero problema è stato quando si è presentato quello che potevo prevedere ma speravo non capitasse: che correndo in discesa, si ripresentasse il fastidio del ginocchio del corridore, che piano piano, chilometro dopo chilometro, fino alla fine, ha reso sempre più difficile il mio proseguimento. Mi è dispiaciuto molto, non tanto per me, che comunque ero intenzionato a portare a termine l'impresa, anche strisciando... Mi è dispiaciuto per il fatto che sono stato una “zavorra” per il mio compagno, che avrebbe potuto proseguire correndo per tutto il resto del tragitto ... L'unico sollievo è stato quando al mattino il cielo ha iniziato a illuminarsi, e non occorreva più tenere la lampada accesa per proseguire il cammino, e potevo ammirare la bellezza della foresta che stavamo attraversando, con i suoi colori e i suoni del risveglio. Momenti unici, per i quali valeva la pena aver fatto tutto quel viaggio, quella fatica, resi ancora più belli e unici proprio dallo sforzo compiuto. E così siamo giunti al santuario, io che non riuscivo più a piegare la gamba sinistra, ma soddisfatto, nonostante tutto, anzi, proprio grazie a questo, di essere arrivato.




Kappacodio a Valibona & I miei piedi all'arrivo ....



lunedì 13 luglio 2009

EQUIPAGGIAMENTO - ASICS SPEEDSTAR 2


Asics Speedstar 2


Beh, dopo mesi di allenamenti, i  miglioramenti si fanno sentire, e per gli  allenamenti brevi quotidiani ho smesso di portare le Nimbus, optando per le Stratus, che mi permettono, anzi, mi costringono a  una falcata più elastica, fluida; e così son scesi i tempi sul km. Gli allenamenti fatti durante le ferie per le salite delle Langhe mi hanno beneficiato anche dal punto di vista aerobico, tant'è che non soffro più di affanno tra una ripetuta e un'altra.
Sento che è' arrivato il momento di provare a fare un altro passo avanti, e vedere cosa succede portanto una scarpa di categoria intermedia pura, e quindi ho optato per un classico, comprando un modello fuori listino, ma una vera occasione, trovata al negozio "42" d Prato :  le Asics Speedstar 2.
Come tutte le Asics mi calza a pennello. La tomaia è in mesh a trama larga, molto traspirante, vedremo se più delle Stratus, perfette da quel punto di vista. LE trovo molto più comode delle  Nike Zoom Victory, sia per quanto riguarda il tessuto, ma soprattutto nell'allacciatura,  intorno alla caviglia, e nellal forma del puntale, che non stringe il piede.
Più comode anche se meno ammortizzate rispetto alla Nike ,che da questo punto di vista potrebbero appartenere alla categoria A3.

sabato 4 luglio 2009

SULLE STRADE DELLE LANGHE

Sulle strade delle Langhe, la settimana scorsa, ho trascorso gran parte delle mie ferie correndo, la sera, di colle in colle, in mezzo al verde, ai vigneti, per strade dove poteva passare un'ora prima di incontrare una macchina, più facile un trattore.


Castello Grinzane Cavour